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Non capita tutti i giorni di ospitare a scuola una delle voci più brillanti e autorevoli della letteratura per ragazzi. Non capita spesso che sia un’assessora, la Dott.ssa Francesca Zitoli, a inaugurare l’iniziativa con un libro come Black Boys, graffiante spaccato sull’adolescenza e sulla follia dell’odio. Capita poi, di rado, che un Dirigente scolastico, al di là della mera formalità del padrone di casa, spalanchi le porte alla letteratura e, da lettore, restituisca ai suoi alunni pagine tratte da uno dei libri più scomodi del mercato librario attuale, Con le Ali sbagliate. Tutto questo, invece, è accaduto alla Scuola secondaria di primo grado E. Baldassarre dove lo scrittore Gabriele Clima (Premio Andersen 2017, con Il sole fra le dita) ha incontrato 14 classi, dal 17 al 19 marzo, intorno a due dei suoi capolavori, Fiori di Kabul (Einaudi) e Continua a Camminare (Feltrinelli). A bordo del veliero, rigorosamente controcorrente, la rotta è stata suggerita dalla libreria Miranfù. Enzo Covelli non ha smentito le doti da lupo di mare ed ha guidato l’iniziativa come sempre, ovvero con la sua consueta generosità, con coraggio e con quel pizzico di follia, che rende le cose più belle. Il lavoro di squadra e le sinergie hanno generato un progetto pensato nei dettagli per promuovere la lettura e la conoscenza della letteratura contemporanea per ragazzi, ma anche per restituire all’istituzione scolastica quel ruolo epico di paladina di esperienze e valori a fondamento di una comunità. Sono stati giorni squisiti dal gusto delicato, che abbiamo assaporato dall’inizio alla fine, convinti che quanto si stava vivendo aveva il dono dell’unicità. Gabriele Clima è stato ospite d’onore in tutti i sensi. Ha condotto il gioco sapientemente come pochissimi autori sanno fare: con raffinata eleganza intellettuale, a tratti malinconica, ha raccontato la sua Poetica del Mondo, passando per quegli intricati labirinti dell’Io, disfatto dal disagio esistenziale, fino alla salvezza, sostenuta dall’amore. La dissacrante ma sempre poeticissima testimonianza del sé ha consentito a tutti, nessuno escluso, di ritrovarsi nell’uomo, nello scrittore e nelle sue pagine, che hanno assunto nuovi e più profondi significati a partire dalla lettura che ne ha dato l’autore stesso. Si sono toccati gli argomenti più diversi, spaziando dalla filosofia alla psicologia, alla storia, alla letteratura. Il silenzio religioso e così profondamente eloquente che accoglieva ogni intervento dell’autore, rispetto alle molteplici domande, è stato la risposta più significativa della partecipazione dei ragazzi, unitamente agli abbracci che non sono mancati e alle carezze, anche quelle degli sguardi, e alle lacrime di gioia. Gabriele Clima ci ha lasciato un’eredità che non possiamo trascurare: la Bellezza a fondamento della comunità, la bellezza vigile del mondo, l’esercizio dialettico del pensiero militante. Da grande ammiratore di Dostoevskij, ha difeso il valore etico della sua arte, che non si schiera per il bene o per il male, ma che indaga gli sconfinamenti dell’essere umano, i suoi anfratti, i limiti e gli eccessi; ci ha contagiato di desideri di conoscenza, ci ha sussurrato connessioni e proposto inferenze perché anche i più piccoli possano avvertire l’urgenza di abbracciare il mondo, non più estraneo, ostile e cieco, ma partecipe dei loro timori, delle loro paure, dei loro desideri e sogni, insomma un mondo immanente dei loro più profondi sentimenti. La presenza di Gabriele Clima si è tradotta in un invito alla conciliazione: con se stessi, con la vita, con la scuola, con l’altro. Un dono incommensurabile, la cui magia vorremmo non finisse. Piccoli immensi miracoli della Letteratura a servizio dell’Umanità. Piccole grandi ali per planare. Ma soprattutto per volare alto.

Stefania Poverino

   

 

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